(avvelenare)

bombe intelligenti, bombe a grappolo, bombe atomiche non fanno più tanta paura. Un tempo gli arsenali tenevano il mondo sul filo della guerra fredda, un filo teso che reggeva, malgrado le guerre locali, le pulizie etniche. Immani tragedie, piccoli fatti, echi sui giornali, foto di montagne di cadaveri che arginavano il fiume, o che riempivano fosse: storie dolorose che non toccavano la rete invisibile del patto delle potenze…

Ma da qualche tempo, dopo prove di guerre batteriologiche, di gas nervini e asfissianti e molteplici altre trasmissioni silenziose di morte, siamo certi che non saranno i funghi atomici a condannare il pianeta e la sua gente… ma virus letali, creati in laboratori segreti, o sviluppati in natura, quando questa, violata e sacrificata continuamente, non conosce confini tra vite animali e umane, tra specie infette, modificate dall’ambiente, e specie umane, mutate anch’esse nel respiro del vivere…

E l’incontro non sarà uno scontro: ma, come un fiato materno, catturerà ogni vita e se la riprenderà, risucchiandola, svuotandola…

Alcuni, gli autori del misfatto e i loro più lungimiranti complici, forse si salveranno in un remoto bunker o in una stazione spaziale, sistemata a distanza di sicurezza, in qualche zona franca del cielo…

E, alla fine del diluvio virale, si riavvicineranno con circospezione e infine scenderanno, ringraziando magari un Iddio di poter toccare la terra che hanno contribuito a distruggere…

Allora, saranno loro i nuovi primi uomini…

Faranno meglio dei precedenti? Meglio di Noè e dei suoi figli? E di quel Dio che prima li salvò e poi divise le loro discendenze, rendendole nemiche? Faranno a meno delle favole antiche? Faranno a meno della scienza di morte?

Se avessero tali dubbi, dovrebbero spingere la stazione nel cosmo buio fino alla fine del buio… e perdersi chissà dove, per sempre.

Nessuno torni più indietro!

 

 

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