2 aprile 2022

Il libeccio gonfia la manica a vento a bande rosse e bianche del Campo d’aviazione di Fano.

Raggiungo la foce del Metauro. Il vento da terra (da sud-ovest) ha reso piatta la superficie marina.

Le piogge dei giorni scorsi hanno fatto aumentare la portata del fiume. Sotto le arcate della ferrovia la corrente fluviale ha generato una sorta di cascata.

Gettandosi in mare, le acque fluviali intorbidiscono la superficie azzurra; la corrente marina le spinge verso sud.

Corrente d’aria (il libeccio), corrente fluviale, corrente marina, ma c’è una quarta corrente: migratoria, di rondini che rapide sorvolano basse le acque costiere, parallelamente alla costa. Tutte  dirette verso nord.

Così come, di tanto in tanto, giungono raffiche di libeccio, anche quello delle rondini non è un flusso regolare, a volte passano singoli individui, altre volte giungono ad ondate.

All’altezza della foce molte compiono una deviazione e si soffermano sullo specchio salmastro, a decine (insieme a qualche balestruccio) ne sorvolano la superficie alla ricerca di insetti (che forse ancora non ci sono).

Differenze di pressione atmosferica, forza di gravità, rotazione della Terra, grado d’insolazione, è ben noto ciò che governa l’atmosfera e l’idrosfera, ciò che genera i venti, le correnti marine, che incrementa le portate dei fiumi, mentre c’è ancora tanto da scoprire su cosa guida la migrazione.

Pochi mesi fa, Jingjing Xu, biologo dell’Università di Oldenburg, in Germania, ha annunciato di avere risolto il mistero di come gli uccelli migratori riescano ad orientarsi: il criptocromo 4, un pigmento fotosensibile presente nella loro retina, per motivi legati alle leggi quantistiche, è molto sensibile ai campi magnetici. Quando le cellule della retina sono allineate con le linee del campo magnetico terrestre, producono un’immagine più brillante di quando non lo sono, in tal modo probabilmente gli uccelli riescono a valutare la direzione del volo rispetto al nord, come se avessero una bussola (quantistica) incorporata (*).

Le rondini seguendo la loro bussola stanno tornando dall’Africa affrontando un viaggio “estremo” di migliaia di chilometri. Lo fanno da millenni giungendo quando il vecchio continente torna a ripopolarsi d’insetti.

Impero Romano, Medio Evo, Rinascimento, Rivoluzione industriale, nel corso dei millenni gli umani hanno cambiato i loro costumi, i loro modi di vivere, modificando il territorio, le rondini no, il loro istinto le spinge a seguire itinerari incisi nel loro DNA.

Negli ultimi decenni le nostre campagne sono sempre meno accoglienti. Le trasformazioni nell’agricoltura, in particolare l’uso dei pesticidi, hanno ridotto la presenza di insetti con cui le rondini e i loro pulcini si nutrono. Persino le stalle, dove le rondini costruivano i nidi, sono quasi dappertutto scomparse nelle campagne italiane. Ora per i loro nidi utilizzano le tante case abbandonate attraversando finestre ormai prive di infissi.

(*) Saragosa Alex, Se il caldo fa perdere la bussola ai migratori , Il Venerdì di Repubblica, 12 novembre 2021

Didascalie foto:

1 – Manica a vento, Campo d’aviazione di Fano, 2 aprile 2022

2 – Superficie marina resa piatta dal libeccio

3 – Le acque del fiume Metauro intorbidiscono quelle marine

4 – Rondini in volo sulla foce del Metauro, 2 aprile 2022

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