21 febbraio 2023 

Un fotografo naturalista è appostato dietro al tronco di un pioppo. «Sto cercando di fotografare il picchio verde» mi dice, poi indicando il suo piumino rosso aggiunge: «dovrei venire vestito mimetico, ma manca sempre il tempo». 

Due giovani genitori con il figliolo di pochi anni, il padre con il braccio allungato e chinato all’altezza del figlio gli sta indicando qualcosa di interessante.

Ecco le presenze umane mentre stamani passeggio lungo la riva del Metauro. Ma c’è un’altra “presenza”: un ampio cumulo di rifiuti, in una radura che si affaccia sul letto del fiume. Quando vi giungo, colgo il volo di una vanessa atalanta. La mattina mite ha spinto la farfalla ad interrompere il letargo, ma lei non si era posata sui fiori – non ci sono ancora -, bensì su quel cumulo di rifiuti, che forse offriva sostanze zuccherine da succhiare. 

Bottiglie, vasetti, tetrapack, buste, scatolette, c’è un ampio campionario di contenitori di bevande e cibo accumulati su  più di due metri quadrati di prato. 

Chissà quando è iniziata questa anarchica gestione dei rifiuti.

La presenza di confezioni di esche fa pensare che tra i responsabili ci siano i pescatori sportivi – a pochi metri, sul ciglio della scarpata che si affaccia sul fiume, c’è  piantato un ramo con una biforcazione utilizzabile per sostenere la canna da pesca -, ma non si possono escludere altre tipologie di frequentazioni, ad esempio picnic tra amici.  

Dalla tipologia di rifiuti si può cercare di risalire alle abitudini di questi frequentatori del fiume. Prevalgono i bevitori di birra, ma non manca chi, più morigerato, si limita all’acqua minerale, poi c’è chi ha una predilizione per le bevande zuccherate. 

Alcuni non si sono limitati a bere. Buste di patatine, scatolette di mais, numerose quelle di lenticchie – ci tengono che una parte delle proteine della loro dieta sia di origine vegetale.

Non hanno abbandonato i rifiuti per mancanza di tempo – a chi si dedica alla pesca o fa una merenda su un prato il tempo a disposizione non deve scarseggiare -, evidentemente un corretto smaltimento dei rifiuti non è nelle loro corde. 

Oltre all’ampio cumulo, ci sono anche bottiglie di birra e di acqua sparse nella radura; chissà, forse chi aggiunge i propri rifiuti al mucchio considera incivili i “liberi spargitori”.

Con le canne in mano o stesi sul prato a consumare la merenda hanno intorno a loro un angolo di natura di grande bellezza; quest’ansa del Metauro oggi ospita marangoni minori ed un airone cenerino.

Selvagge le acque che scorrono di fronte a loro, selvaggio lo smaltimento dei rifiuti che alle loro spalle aumenta, giorno dopo giorno.

E’ un fiume non imbrigliato, così come non sono state imbrigliate le loro menti; non si sono lasciate scalfire dai messaggi che da decenni invitano al rispetto dell’ambiente.  Proprio non riescono a capire perché c’è gente che nelle proprie abitazioni quotidianamente perde tempo a differenziare i rifiuti.

Come il letto argilloso del Metauro che scorre di fronte a loro, anche le loro menti sono impermeabili: alle regole del vivere civile.  Non hanno permesso che si facesse strada un concetto estremamente semplice: portare via i rifiuti prodotti e lasciare l’ambiente come l’hanno trovato.

Didascalie foto:

Da 1 a 3 – Cumulo di rifiuti, Metauro (Fano), 21 febbraio 2023

4 – Fiume Metauro (Fano), 21 febbraio 2023

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