13 novembre 2022

Allo Stagno Urbani si sentono gli spari dei cacciatori; provengono dall’esterno dell’oasi per la protezione della fauna. La piccola oasi istituita una trentina di anni fa lungo le sponde del Metauro è tutto ciò che ha concesso una classe di amministratori locali molto sensibile agli interessi particolari (del mondo venatorio) e poco a quello collettivo di salvaguardare la biodiversità. Estesa poco più di 100 ettari e dai confini irrazionali: quando sono stati tracciati si è fatto lo slalom per salvaguardare (quelli sì) gli appostamenti fissi di caccia.

Mentre io e Luca (un fotografo naturalista) ci scambiamo informazioni sugli ultimi avvistamenti, dalle finestrelle del capanno ornitologico osserviamo i soliti abitanti dell’acquitrino: folaghe, gallinelle d’acqua, germani reali, tuffetti e, soprattutto, alzavole; quasi tutte sostano sull’isolotto. Alcune assopite, cullate dall’odore palustre di quelle acque ferme che le circondano e le proteggono.

Passa un rapace. «E’ un falco di palude» dice Luca. Mi sorprende la presenza del rapace in questo periodo. Da queste parti la specie è abbastanza frequente durante la migrazione primaverile, un po’ meno nel passo autunnale fino ad ottobre, rara in autunno avanzato ed in inverno. 

Il falco di palude torna poco dopo a sorvolare lo specchio d’acqua, questa volta lo fa a bassa quota, all’altezza del canneto, mettendo in mostra il suo capo biondo – è una femmina. 

Subito dopo il suo passaggio, torno con lo sguardo all’isolotto: è deserto, le alzavole sono svanite. Lì sono al riparo dai pericoli che vengono da terra non da quelli dal cielo. 

Ma nel giro di pochi minuti le piccole anatre tornano a ripopolarlo. Non direttamente dal cielo, giungono a nuoto. Qualcuna torna a dormire con la testa girata ed il becco al caldo tra le piume.

Mi sposto nel capanno che si affaccia sullo stagno principale. I due specchi d’acqua sono contigui, separati solo da un argine.

Qui,  oltre ad alcuni marangoni minori, rivedo le stesse specie presenti nell’acquitrino. 

L’isolotto dello stagno, come quello dell’acquitrino, è affollato di alzavole – in totale  superano la quarantina. Anche queste erano scappate al passaggio del falco di palude; chissà se qualcuna manca all’appello? se l’arrivo del rapace ne ha spinta qualcuna a  varcare i confini della piccola oasi, finendo in altre grinfie.

Didascalie foto:

1 – Alzavole riposano sull’isolotto dell’acquitrino, Stagno Urbani (Fano)

2 – Falco di palude, Stagno Urbani;

3 – Alzavola semiassopita, Stagno Urbani;

4 – Alzavole riposano  sull’isolotto dello Stagno Urbani, 13 novembre 2022

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