Le Marche, una regione plurale ma unica per la poesia italiana. Tanti poeti di valore, importanti, una riflessione culturale di altissimo livello. Come dire che la cultura non serve a niente, visti i personaggi politici che la governano e adesso si apprestano a invadere il parlamento italiano, che dall’avvento dell’unto del Signore ne ha viste parecchie di sceneggiate, ma evidentemente non bastavano.

Arrivano i nuovi lanzichenecchi.

Una si chiama Giorgia Latini, ferocemente contraria all’aborto, e siccome lei è contraria, lo devono essere tutti, perché il concetto di democrazia espresso dalla Lega è quello dell’Inquisizione: ricordate i cappi mostrati in parlamento? Ora sono più raffinati. Girano con i rosari e pregano la Madonna, ma guai a contraddirli, o pensare diversamente: le legge deve essere espressione solo della loro ideologia.

Quindi piena sintonia con il pensatore Guido Castelli, che di pensiero unico se ne intende, e per darsi delle giustificazioni culturali, (cfr. Le benevole, Jonathan Littell), cita il suo professore di filosofia del diritto, tale Pierfranco Ventura, che nell’aborto riscontrava qualcosa di Auschwitz… del resto uno che ha scritto sulla “fenomenologia della anormalità” merita davvero di essere ricordato (se non altro per capire il cervello del suo allievo).

A queste persone neanche passa per la testa che mentre loro sono liberi di pensarla come vogliono, e quindi di non usufruire della legge sull’interruzione di gravidanza, il popolo italiano si è espresso diversamente, e quando entra in una struttura sanitaria – considerato che paga le tasse per quella prestazione a cui ha diritto – si aspetta tutto quello che la legge prescrive, e non le rozze ideologie di questi due fenomeni della prevaricazione e del pregiudizio, affetti da torcicollo cronico. E dei loro scherani medici.

Sul tema, si consiglia la lettura dell’articolo “voci interrotte” di Anna D’Errico su “le scienze” settembre 2022 (n.649) p.60-67

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