Da decenni, soprattutto a sinistra, si discute stancamente sulla progressiva trasformazione della rappresentanza in rappresentazione. Con il contributo del PD siamo ora a uno snodo decisivo che preannuncia un ulteriore salto “concettuale”: la definitiva confluenza della rappresentazione nella finzione! Anche i miti e generosi compagni di viaggio de il manifesto se ne stanno accorgendo (vedi A. Carugati nell’articolo del 13 dicembre). L’allestimento dell’ennesimo reality show-simil X factor (le primarie del 12 febbraio) fa una grande fatica ad individuare differenze sostanziali tra i due contendenti che (paradossalmente?) sono presidente e vice-presidente della stessa regione: il “feroce” Stefano Bonaccini e la “mansueta” Elly Schlein. Come rilevava giustamente Carugati, i nostri eroi, in onda quasi a reti unificate qualche giorno fa, alla richiesta di un giudizio serio e motivato sul nostro sistema economico e sociale non solo hanno glissato ma hanno chiuso la conversazione con i rispettivi intervistatori sottolineando la perfetta identità di vedute tra loro sulle questioni di fondo. Allora smettiamola di prenderci in giro! 

Il PD è una creatura politica concepita una quindicina di anni fa la cui cifra più vera e più autentica è stata data nel tempo da Matteo Renzi: un partito neo-liberale di centro, protagonista di tutte le legislazioni più ferocemente liberiste di questi ultimi decenni, dal lavoro alla scuola. Il PD resta il partito di Renzi (senza Renzi) e tale resterà. Il tandem “vincente” Bonaccini-Nardella è lì a dimostrarlo. Ma occorreva una finta competizione per ingannare gli allocchi facendo finta che una parvenza di sinistra (innocua) ha lì dentro ancora una larvata forma di cittadinanza. E allora che ci poteva essere di meglio che “selezionare” come sfidante nella stessa scuderia emiliano-romagnola la propria vice-presidente, una giovane candidata portabandiera dei diritti civili e aperta ai temi e alle spinte più trendy e innovative che, magari distrattamente nelle sue esternazioni, si ricorda dei “deboli” e dei “poveri”? 

Il copione non ammette intrusioni o turbative come ha ben compreso il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, esercitandosi nello sport prediletto dagli italiani (secondo Ennio Flaiano): accorrere in soccorso del vincitore (ovviamente non gratis). In fondo sono state sostanzialmente due le motivazioni di fondo dell’esistenza di un partito senza senso che non ha repliche negli altri paesi democratici europei: portare a compimento le più brutali contro-riforme liberiste dettate dal “nuovo ordine mondiale” e impedire in ogni modo che a sinistra nascesse qualcosa di credibile e di serio realmente in difesa del lavoro, dei vecchi e dei nuovi subalterni. Forse ci riusciranno anche stavolta, grazie pure alla miopia (ovvero stupidità) della cosiddetta sinistra radicale. Nel mentre la destra “di governo” continuerà a passare all’incasso dell’ottimo lavoro svolto in precedenza dai governi (tecnici e politici) sostenuti dal PD e dai suoi amici. E’ tutto bellissimo! W l’Italia!

(Immagine: un particolare da un quadro di Enrico Ricci, Si fece sera)

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