La fiducia dura poco, ha sempre una data di scadenza, a breve.

La sfiducia incombe, come un’ombra.

Forse la sfiducia è il sentimento più comune, più diffuso, più logico, più condiviso, forse quello che ci permette di capire meglio come stanno le cose.

I bambini non si fidano, gli adolescenti anche meno, gli adulti hanno la sfiducia come stella polare, gli anziani insegnano sfiducia.

Da dove proviene questa materia oscura, questo fondamentale sentimento del vivere civile?

Un’ombra precede qualsiasi apertura di credito.

Altrettanto diffusa, la finzione di non sapere il perché di questa elementare regola di sopravvivenza.

La sfiducia si è infiltrata in ogni realtà, disciplina, ambito, contesto, rapporto. Più facile trovare il falso del vero.

La verità va compatita. Soprattutto perché è inutile.

Non ci fidiamo di nessuno, ovviamente il sentimento è reciproco, come una stretta di mano che sancisce un contratto di umanissima sorridente sfiducia.

Uno si chiede: come faccio a convincerti?

Non provarci nemmeno.

P.s. dell’8 agosto 2022

Queste considerazioni del 29 luglio 2022 sono precedenti alle penose e tragicomiche vicende della politica italiana. Si potrebbero definire preveggenti, ma non c’è da vantarsi, purtroppo. Anche perché prevedere, con simili personaggi da avanspettacolo che, a destra e a sinistra, si autodefiniscono “politici”, è facile per chiunque.

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