Daniele Ricci

Sono nato il 21 giugno 1967 a Fano. Nel giorno del solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno, sono nato di notte. Vengo da una famiglia modesta (i miei genitori erano sarti) e ho svolto vari lavori sin da piccolo. Sono originario di Marotta, ma dal 1990 non abito più lì: negli anni Novanta ho viaggiato a lungo in Italia e in Europa, trascorrendo lunghi periodi lontano dalla mia terra (a Urbino, Bologna, Milano e Varese e, all’estero, a Leuven in Belgio e ad Istanbul) per motivi di studio, ricerche postuniversitarie e docenze. Poi, all’inizio del terzo millennio, come si addice ai marchigiani, figli di Leopardi e malati di “ulissismo”, sono tornato nella mia terra e mi sono stabilito a Fano, dove tuttora vivo e insegno al Liceo classico.

I miei interessi vanno dalle lingue e letterature classiche (mi sono occupato in particolare di lirica greca arcaica ed alessandrina) alla poesia contemporanea (ho compiuto studi su Ungaretti, Montale, su Umberto Piersanti ed altri poeti marchigiani). Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio (fino alla nascita di mia figlia nel 2006) ho collaborato ad alcuni periodici culturali. Nel 1998 ho pubblicato la raccolta di versi Lontananze e mie poesie sono comparse in varie antologie e riviste letterarie. Nonostante sia una persona schiva e riservata, ho tenuto anche alcuni incontri e conferenze, l’ultima, per conto dell’Università dei Saperi “Giulio Grimaldi” di Fano, il 24 marzo 2015 dal titolo: “Giuseppe Ungaretti e la guerra: da Il porto sepolto a L’allegria”.

Amo la poesia: perché con la poesia riesco a fermare il tempo, perché nella poesia c’è un’attesa che non smette mai di ricordare, perché la poesia riesce a generare bellezza anche dalla più cruda realtà, perché la poesia è un grande, meraviglioso atto d’amore verso la vita.

Il libro più recente è la raccolta di versi Lezione di meraviglia (Pequod 2022).