Torneremo presto a parlare di libri ma la cronaca sta diventando sempre più invasiva. E sconvolgente. Sconvolgente è anche il racconto che ne viene fatto. Sempre ideologico.

In questo modo vengono al pettine i nodi del giornalismo nostrano, sempre più scomposto di fronte a una realtà che non si conforma alla descrizione ideologica che ne viene fornita.

Il Dio della Bibbia e quello del Corano sono ben rappresentati sui campi di battaglia (e anche nei posti più impensabili, ad un concerto o nelle strada di Gaza): gli eroi cari alle due divinità sono dei professionisti del massacro di persone inermi. Più le persone sono inermi più gli eroi si fanno notare, e si vantano anche.

Chiamare vigliacchi i miliziani di Hamas e vigliacche le truppe israeliane che assediano una città di civili è così difficile? Ci ha provato Carlo Rovelli, dicendo che l’assassinio di ebrei inermi ha sconvolto il mondo, mentre quello dei palestinesi inermi non fa muovere un sopracciglio ai giornali occidentali.

Apriti cielo. Tra i tanti interventi spicca quello dello spettinato Rampini, i cui pensieri (con buona pace di Stanislaw Lem) sono molto più spettinati dei capelli. Lui dice che Carlo Rovelli vive su un altro pianeta. Dalla foto con bretelle di Rampini sembrerebbe il contrario, e non ce l’ho con il suo parrucchiere, che evidentemente fa quello che può, il problema sta sotto.

p.s.

Carlo Rovelli viene presentato come divulgatore scientifico dal giornalista de “Il Tempo”: uno dei massimi scienziati contemporanei… Alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe Totò.

Questo è lo stato dei giornalisti e degli opinionisti. Non tutti per fortuna. Per questo ogni giornale dovrebbe riportare la scritta : handle with care, maneggiare con cura. Poi vedete un po’ voi.

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