Il camion ha appena finito di scaricare le merci nel retro del piccolo supermercato di quartiere. Tranne la commessa dietro al bancone dei salumi e formaggi ed una cassiera, tutti gli operatori sono impegnati a sistemare le merci. Con fatica, trasportano i pesanti carrelli con pianale carichi di prodotti lungo gli stretti corridoi tra gli scaffali.

Giungo alla cassa. Cinque, sei clienti, tutti ultrasettantenni, in fila davanti all’unica cassa aperta. Da tempo hanno maturato l’età della pensione; la gestione delle faccende domestiche e le altre incombenze non hanno più l’assillo tipico dell’età lavorativa. 

La fila non è particolarmente lunga, eppure si lamentano.

Una cliente si sporge dalla fila e rivolge lo sguardo alla sedia vuota dell’altra postazione.

«Ma non viene nessuno all’altra cassa?» dice rivolgendosi alla cassiera.

«E chi deve venire? Sono tutti impegnati.»

Per giungere alla cassa abbiamo tutti fatto lo slalom tra i carrelli con pianale carichi di merci che ingombrano i corridoi.  L’unico altro maschio della fila ha, come me, i capelli bianchi, che dovrebbero essere segno di saggezza, eppure se ne esce con un commento che esprime uno scarso livello di consapevolezza «En (Sono) tutti imboscati.» 

Una cliente va ugualmente all’altra cassa e inizia a scaricare i prodotti sul nastro. Un’altra, pensando che non abbia udito ciò che ha appena detto la cassiera, le si avvicina: «Guarda che non viene nessuno.»  

Ma la cliente aveva sentito e continua imperturbabile a svuotare il cestello scaricando i prodotti sul nastro, poi, decisa, va da dall’operatrice del supermercato più vicina che sta sistemando i prodotti nell’ampio frigorifero a vetrata.

«Puoi venire alla cassa?» L’intonazione è tra la richiesta e l’imposizione.

«Ma come faccio? ho i surgelati.»

Niente da fare, deve lasciare a metà quello che sta facendo per smaltire la piccola fila di pensionati che non hanno alcun impegno urgente. 

Mentre la fila si sta rapidamente smaltendo, due clienti stanno parlando di un fatto di cronaca locale. Riguarda un insegnante finito nei guai per la sua eccessiva severità e per avere imposto compiti di punizione ai suoi studenti.

«Il professore avrà anche sbagliato, ma oggi è difficile mantenere la disciplina; i giovani non riconoscono più alcuna autorità, vogliono fare quello che gli pare, vogliono tutto e subito. »

«Eh! la gioventù moderna!»

[immagine di Marcello Diotallevi]

Ti potrebbe interessare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *