“- Sapete qual è la regina del volo? – chiese il babbo alla sera.

– L’aquila! – gridò Tonino.

– No, non l’aquila […].

– Allora la rondine, – fece Tonino – che sfreccia dal nido come una saetta.

– No, non la rondine  […]. Non uno degli uccelli.

– Allora l’ape, quando la regina fa il grande volo!

– No, neppure l’ape.

– Adesso ho capito: è la sora Concetta che è tornata in aereo dall’Australia.

– Neppure la signora Concetta, né alcun aereo […].

– La Befanìa! – suggerì Pallino che stava ad ascoltare tutto orecchi.

– No. La Regina del Grande Volo è la farfalla. L’umile e silenziosa farfalla che fragile com’è e abituata a palpitare dall’uno all’altro fiore d’uno stesso giardino, e così delicata che se appena sfiorata sulla cipria delle ali è costretta a cadere, lieve che un soffio la porta via, può aleggiare anche due mesi di seguito senza fermarsi; e rapita da tutti i venti, può restar sospesa sugli oceani senza mai posarsi. E non già le grandi vistose farfalle equatoriali, ma le nostre cavolaie comuni, le più modeste: […] la bianca farfalletta dei cavoli… “

[Fabio Tombari, “La regina del volo”. In: Il libro di Tonino, Fabbri Editori, 1955]

2 agosto 2025 

Ieri ed oggi ho assisto ad un passaggio continuo di farfalle bianche sulla spiaggia fanese, iniziano a passare quando il sole è già un po’ alto sopra l’orizzonte, quando la spiaggia si è già popolata di bagnanti. Volano parallelamente all’azzurro del mare, in direzione sud. È una migrazione di massa, anche se non sono riunite in un unico sciame – come mi era capitato di vedere in montagna – ma volano alla spicciolata, in un flusso ininterrotto. 

Di solito a pochi decimetri dal suolo, facendo lo slalom tra lettini e persone stese sui loro teli e salendo, al più, di qualche metro per oltrepassare gli ombrelloni. 

Sono cavolaie e precisamente cavolaie maggiori Pieris brassicae; le riconosco dalle notevoli dimensioni e da alcuni particolari che posso scorgere – è proprio il caso di dire “al volo” – quando mi passano accanto: bordatura e macchie nere nelle ali anteriori.

Quelle che sorvolano la spiaggia volano senza interruzioni mentre nel retrospiaggia capita che si soffermino sulle aiuole fiorite.

A volte, quando le traiettorie di due s’intersecano, chi è dietro incrementa la velocità di crociera per raggiungere l’altro (probabilmente è il maschio che insegue la femmina). La direzione verso sud viene abbandonata; i due per pochi secondi si cimentano in una serie di traiettorie circolari, poi riprendono il viaggio, ognuno per la sua strada.

Un mese fa – lo scorso 3 luglio – avevo già osservato il fenomeno (seppure in misura minore) ma la direzione era quella opposta.

Lasciando la spiaggia, noto il continuo flusso di cavolaie durante tutto il percorso (in bicicletta) verso casa (alla periferia di Fano, ad oltre 1 km dalla linea di costa). Sono ovunque, a migliaia, sempre dirette verso sud – anche se la direzione è meno evidente, mancando il riferimento della linea di costa. In città salgono di quota quando devono svalicare, superare le file di edifici che incontrano nel loro percorso. Attraversando la strada statale la loro traiettoria risente della turbolenza dell’aria prodotta dal passaggio delle auto. In periferia, così come avevo osservato nel retrospiaggia, a volte si soffermano su qualche fiore per alimentarsi.

Le cavolaie maggiori presenti in primavera possono essere sfarfallate dopo avere trascorso l’inverno come crisalidi, oppure possono essere giunte in Italia dal Nord Africa. 

Il grammo è l’ordine di grandezza del loro peso, indifese, eppure capaci di attraversare il Mediterraneo e spingersi fino al Nord Europa. Durante il viaggio non effettuano soste solo per nutrirsi (del nettare dei fiori), lo fanno anche per procreare, affidando le loro uova alle piante nutrici – cavoli o brassicacee spontanee. Nel corso dell’intero viaggio, tra andata e ritorno, si susseguono tre o quattro generazioni.

Le cavolaie che vedo ora sono le bisnipoti di quelle che avevano iniziato il viaggio di andata la scorsa primavera. Forse, seguendo innati istinti, stanno tornando verso il Nord Africa percorrendo in senso inverso la “strada del mare” utilizzata dai loro trisavoli. 

Oppure, seguendo la linea di costa, sono semplicemente dirette verso latitudini minori che possono offrire inverni più miti alla generazione successiva che svernerà in Italia sotto forma di crisalide.

Questa migrazione imponente avviene nell’indifferenza dei bagnanti. Discrete, non pungono, non fanno rumore, non sono commestibili; la fetta dell’umanità, a sua volta migrata sulle spiagge in queste giornate d’agosto, non sembra coglierne la presenza.

Il fenomeno a cui ho assistito ieri e oggi [il temporale di domani spazzerà via quelle ali bianche] non è la prima volta che si verifica; avevo notato il passaggio massiccio delle cavolaie maggiori nelle spiagge fanesi già nel 2013, dapprima verso nord (dal 15 al 23 luglio) e poi verso sud (dal 13 al 16 agosto); e così pure avevo assistito ad una massiccia migrazione di Pieris brassicae verso sud dal 15 al 19 agosto 2016, dal 10 al 26 agosto 2018 e il 14 e 15 agosto 2022, cinque volte in 13 anni.

Negli scorsi anni questo fenomeno di massa lungo la “strada del mare” è stato segnalato in agosto anche in altre località dell’Adriatico centrale ¹. Avviene periodicamente quando c’è una rottura dell’equilibrio demografico della specie per cause naturali, come irregolarità climatiche primaverili, ritardi o anticipi nella crescita delle piante nutrici; in questi casi si può verificare una eccezionale schiusura e sfarfallamenti in massa. Nell’agosto 2008 a Pescara, secondo una stima, transitarono circa 300.000 esemplari di cavolaie maggiori². 

La memoria genetica che guida questo comportamento migratorio si è generata in tempi lontanissimi, da quando il litorale adriatico era un susseguirsi di distese di dune sabbiose. La specie migrando ha assistito nel corso dell’ultimo secolo alla scomparsa delle dune sabbiose, spazzate via da un’urbanizzazione intensiva; ora quelle ali bianche sorvolano arenili che vengono annualmente livellati per le attività turistiche e balneari, ma il rumore del mare che proviene dalla battigia è sempre uguale.

Fonti citate

¹Farfalle bianche, 21 agosto 2013.

https://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=23177 

²Farfalle bianche sempre più diffuse nella spiaggia di Senigallia, SenigalliaNotizie. 25 agosto 2013.

https://www.senigallianotizie.it/1327341542/farfalle-bianche-sempre-piu-diffuse-nella-spiaggia-di-senigallia

Didascalie foto:

Cavolaie maggiori Pieris brassicae in volo, pianura costiera fanese (PU)

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