Il 29 novembre 2025 mi aveva telefonato Christian, mi avvertiva di un avvistamento fatto ieri e ripetuto stamani al Lago Vicini. Lo specchio d’acqua a circa un chilometro dalla linea di costa e a ridosso del fiume Metauro, di proprietà della Fondazione Carifano, è un’ex cava di ghiaia. L’Associazione Naturalistica Argonauta che lo gestisce l’ha trasformato nel “Laboratorio di riqualificazione ambientale Lago Vicini”. Christian, pur non avendo con sé binocolo e fotocamera, era quasi sicuro di avere avvistato un gobbo rugginoso.

Mi ci recai subito. Mentre percorrevo la strada che lambisce il campo d’aviazione di Fano, sullo sfondo della pista le cime del Catria e del Nerone apparivano ammantate di neve. 

Dal capanno ornitologico che si affaccia sul lago notai subito quella inusuale anatra dalla livrea color ruggine. Per tutto il tempo ha tenuto la tipica postura di riposo delle anatre con il capo posato sul dorso ed il becco che affonda nel piumaggio, la coda rigida era tenuta innalzata. Si notava la colorazione del capo: prevalentemente bianca (con parti nere).

In oltre mezz’ora di osservazione, solo in poche occasioni e per qualche attimo aveva sollevato il capo mostrando il grosso becco rigonfio vicino alle narici, tipico del Gobbo rugginoso(Oxyura leucocephala). Il becco grigio durante la stagione riproduttiva diventa blu brillante. 

Il nome italiano della specie non deriva dalla “gobba” che ha sul becco, bensì dalla schiena fortemente arcuata e dal collo infossato (che gli conferiscono un aspetto gobbo).

L’unica anatra con un piumaggio simile, il Gobbo della Giamaica, non presenta il becco rigonfio alla base. Specie originaria del continente Americano, Il Gobbo della Giamaica fu introdotto in Inghilterra negli anni ‘50 da Sir Peter Scott (il fondatore della prima società per la protezione degli uccelli) e si è in seguito diffuso in alcuni settori del continente europeo. 

L’esemplare che stavo osservando è un maschio adulto (le femmine ed i giovani di Gobbo rugginoso hanno le guance attraversate da una linea scura ed il nero sul vertice molto più esteso che arriva a circondare l’occhio).

L’anatra non dormiva, sonnecchiava, si manteneva in quella posizione di riposo tenendo gli occhi aperti. Di tanto in tanto, nuotando, riguadagnava la zona centrale del lago, visto che il vento, un po’ alla volta, la spingeva verso la riva. 

Intorno al gobbo rugginoso stazionavano più di una ventina di moriglioni (come lui, anatre tuffatrici) e numerose folaghe. Queste ultime, sempre intente a procacciarsi cibo, di tanto in tanto ingaggiavano brevi lotte; i versi e gli spostamenti d’acqua prodotti durante i loro battibecchi caratterizzavano il sottofondo sonoro. 

Il gobbo rugginoso è una specie rara, minacciata a livello globale. Il suo areale è vasto ma molto frammentato (popolazioni piccole ed estremamente disperse), va dall’Asia centrale al Mediterraneo. L’areale originario comprendeva l’Europa del sud, l’Asia minore, l’Asia Centrale e l’Africa settentrionale. 

Come in molti altri casi, il declino della specie è stato causato dalla combinazione di un’eccessiva pressione venatoria e della perdita dell’habitat (bonifica delle zone umide). Negli ultimi anni si è aggiunta un’ulteriore minaccia: il Gobbo della Giamaica, capace di ibridarsi con il Gobbo rugginoso. 

La specie ha subito un tracollo numerico in tutto il suo areale ed in particolare nella regione mediterranea, dove la sua presenza si è molto ridotta. Si stima che all’inizio del XX secolo la popolazione complessiva fosse di almeno 100.000 esemplari, alla fine del secolo era scesa a non più di 14000-19000 individui ¹; ora si ritiene che in tutto il Paleartico non ci siano più di 3000 coppie ². 

Nel ventesimo secolo il Gobbo rugginoso si è estinto come nidificante in tutta l’Europa orientale e in Italia. In epoca storica la specie nidificava regolarmente in Sardegna e Puglia; gli ultimi casi accertati nell’Oristanese risalgono al 1976. In quegli anni pure in Spagna la specie era arrivata sull’orlo dell’estinzione ma lì, grazie alle intense misure di protezione attuate, la popolazione ha potuto riprendersi. Attualmente nel Mediterraneo sono presente popolazioni significative di Gobbo rugginoso soltanto in Spagna e Tunisia. 

In Italia ora è solo di comparsa accidentale, con avvistamenti rari; le poche segnalazioni effettuate negli ultimi decenni riguardano, per lo più, individui isolati in erratismo invernale e non mi risulta che siano state fatte precedentemente nella Regione Marche.

Essendo il Gobbo rugginoso una delle specie di uccelli maggiormente in pericolo di estinzione, è protetto a livello nazionale e internazionale. ³

Proprio nel 2025 l’Amministrazione postale delle Nazioni Unite ha dedicato al Gobbo rugginoso un francobollo commemorativo inserito nella serie “Specie minacciate 2025”.

Ma l’esemplare che stava riposando nel Lago Vicini non sa nulla di francobolli commemorativi, di convenzioni internazionali per la protezione delle specie in pericolo. A proteggerlo era la recinzione che cinge lo specchio d’acqua: un fondo chiuso precluso all’attività venatoria.

Quell’anatra non conosce la situazione drammatica in cui versa la sua specie; sa solo che, dopo tanto viaggiare, ha trovato un luogo in cui riposare – chissà, forse l’ha portata qui la stessa perturbazione che ha ammantato di neve le cime dell’Appennino. 

Da dove proveniva? Dalla Spagna? Dalla Tunisia? Da una palude orientale? O è uno degli esemplari sfuggiti da uno dei centri di ripopolamento? come a Racconigi (Piemonte) e nel Lago Salso (Puglia).

Tornai i giorni seguenti. Il Gobbo rugginoso (fino al 3 dicembre) era sempre lì. Un giorno lo vidi dedicarsi a lungo alla cura del piumaggio, con il becco si spalmava il grasso protettivo su tutte le sue piume per renderle impermeabili; ma di solito stava nella postura di riposo, per mantenersi al centro dello specchio d’acqua, “navigava” tenendo il capo girato. 

Di tanto in tanto, giungeva il rumore di qualche colpo di fucile, abbastanza lontano, oltre quella cintura di vegetazione palustre che cinge lo specchio d’acqua, a ricordare che il fondo chiuso del Lago Vicini si trova a ridosso della riva del fiume Metauro e di un altro lago dove si pratica la caccia. 

Il 2 dicembre i moriglioni erano particolarmente attivi; di tanto in tanto, alcuni giungevano dal fiume planando sul lago, altri si levavano in volo – sembravano sapere che il martedì è una giornata di silenzio venatorio. Ma quell’attivismo non contagiò il gobbo rugginoso, lui tende a passare la vita in acqua e si alza in volo raramente. 

Solo se veniva disturbato sollevava per brevissimo tempo il capo concedendo la visione del suo “importante” becco. Ad esempio, quando finiva per trovarsi in mezzo ad una delle frequenti mischie ingaggiate dalle folaghe;

o quando un moriglione, dopo un’immersione in cerca di cibo, emergeva proprio a ridosso di lui; in un caso capitò che un moriglione si mise a sbattere le ali sfiorandolo. Il gobbo rugginoso sollevò un po’ la testa ed aprì il becco, come per lamentarsi, sembrava dire: “Ma che modi! Lo devi fare proprio qui? non vedi che sto riposando?”

Note

¹ Alessandro Andreotti, Gobbo rugginoso. In: Spagnesi M., L. Serra (a cura di), 2005 – Uccelli d’Italia, Quad. Cons. Natura n.22, Min. Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica, pp.154, 155.

² Piero Genovesi, Specie aliene invasive: andamenti, impatti e risposte. Modulo 1 – Le invasioni biologiche UNITA’ FORMATIVA 5 Principi di risposta ISPRA, p.21. A proposito dell’eradicazione del Gobbo della Giamaica riporta: “Gobbo rugginoso specie rara – solo 3000 coppie stimate nel Palaeartico ”

https://www.regione.marche.it/Portals/0/Ambiente/Specie_Esotiche/M1_UF5_pdf.pdf

³ In Europa sono previste misure speciali di conservazione: Direttiva Uccelli 2009/147/CE, all. I; Convenzione di Bonn, all. I e II; rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna, all. II. In Italia è protetta dalla Legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157. 

Didascalie immagini:

da 1 a 5 – Maschio di Gobbo rugginoso, 29 novembre 2025, Lago Vicini (Fano)

6 – Francobollo commemorativo del Gobbo Rugginoso delle Nazioni Unite, serie “Specie minacciate 2025”

7 – Maschio di Gobbo rugginoso, 30 novembre 2025, Lago Vicini (Fano)

8 – Combattimento tra folaghe, 3 dicembre 2025, Lago Vicini (Fano)

9 – Gobbo rugginoso disturbato da un moriglione, 30 novembre 2025, Lago Vicini (Fano)

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