31 gennaio 2023 

Non c’è nessuno alla foce del Metauro e nel tratto di litorale più a sud. Nessuno  disturba le otto garzette ai bordi dello specchio d’acqua salmastra.

Qualche garzetta sta pure sulle scogliere che pullulano di cormorani – ne conto 66 -, macchie candide disperse nella folla di piumaggi neri. 

Due svassi maggiori cacciano sott’acqua nel braccio di mare interno alle scogliere. Si immergono, asincroni, restando in apnea a lungo e fuoriuscendo a decine di metri di distanza.

La maggior parte degli uccelli acquatici alterna momenti trascorsi nell’acqua ad altri sugli scogli, sull’arenile, mentre gli svassi passano quasi l’intera vita in acqua, le loro zampe lobate sono perfette per nuotare, non per muoversi sul terreno; nell’acqua si nutrono, riposano, si corteggiano, si accoppiano, ci costruiscono persino i nidi (in zone umide d’acqua dolce), su zattere galleggianti costruite con materiale vegetale.

Mentre guardo quei due svassi maggiori sulla tranquilla superficie marina, penso ai corpi inanimati di altri due che giacciono all’estremità opposta della spiaggia di Metaurilia, a poche decine di metri l’uno dall’altro. Durante le mareggiate dei giorni scorsi gli altri uccelli acquatici si sono rifugiati sulla terraferma, i gabbiani nei campi aperti, i cormorani sugli alti pioppi della riva del Metauro, invece quegli svassi devono essere restati nelle acque costiere divenute inospitali, con onde impetuose che non gli consentivano di riposare e procacciarsi del cibo; alla fine il mare agitato aveva scaraventato quei corpi ormai inanimati sulla terraferma aliena, a molti metri dalla battigia. 

Intorno ad uno dei due i segni lasciati sulla sabbia da cingoli e pneumatici; impietosamente, viene calpestato dai mezzi che riforniscono il cantiere lungo la linea ferrovia per la costruzione del muro (lato mare); quel corpo che non voleva alcun contatto con la terra, giorno dopo giorno, viene sempre più affossato nella sabbia.

Oltrepasso la casa colonica all’estremita del campeggio; un tempo di fronte a quella casa c’erano campi, vigneti, ora il mare è a pochi metri. 

Un terzo svasso maggiore con la testa ripiegata sul corpo sonnecchia in acqua vicinissimo alla battigia deserta.

In realtà è in dormiveglia, procede lentamente  nella mia direzione parallelamente alla linea di costa  – ha messo il pilota automatico – lambendo il mondo (estraneo) della terraferma.

Anche se oggi il mare è calmo, il suo corpo viene sollevato dai microscopici frangenti che si formano presso la riva. 

Per non spaventarlo, arretro di qualche metro. 

Lo svasso passa di fronte a me, ne intravedo i potenti remi: le zampe lobate che  attaccate molto indietro sono adatte alla propulsione (il nome scientifico del genere, “Podiceps”, è riferito al modo di disporre le zampe indietro). 

Mi godo la scena che solo una spiaggia deserta può offrire.

Didascalie foto:

1 – Garzette, foce del Metauro, 31 gennaio 2023

2 – Cormorani e qualche garzetta, foce del Metauro, 31 gennaio 2023

3 – Svasso maggiore, foce del Metauro, 31 gennaio 2023

4 – Svasso maggiore morto sulla battigia, spiaggia di Metaurilia

Da 5 a 7 – Svasso maggiore, spiaggia di Metaurilia, 31 gennaio 2023

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